Tutto iniziò Il 15 novembre 1925 quando un treno si fermò alla stazione di Spotorno. Da uno dei vagoni scesero due viaggiatori inglesi: D.H. Lawrence e la moglie Frieda von Richthofen. Nessuno dei passanti poteva immaginare che quel giorno avrebbe segnato l’inizio di una storia destinata a entrare nella leggenda letteraria, né che nei pochi passi dalla stazione al loro albergo i due avrebbero incontrato, senza saperlo, i protagonisti reali del romanzo che stava per nascere.
Ad accoglierli c’era una giovane donna, Rina Capellero, moglie dell’editore londinese di Lawrence, Martin Secker, e figlia dei proprietari dell’Hotel Miramare, dove la coppia avrebbe soggiornato nei primi giorni del loro arrivo. Sarà proprio Rina, con la sua sensualità e vitalità, insieme a Frieda, a ispirare la figura di Connie, la protagonista de “L’amante di Lady Chatterley”, e a dare vita ai due racconti scritti durante il soggiorno spotornese: “Sun” e “La vergine e lo zingaro”.
A quell’epoca Spotorno era molto diversa da oggi: la ferrovia passava in centro, sul lungomare sorgevano nuovi alberghi eleganti e l’aria profumava di salsedine e di futuro. Le guide turistiche dell’epoca descrivevano la Riviera come un luogo ideale per gli aristocratici europei in cerca di salute, sole e libertà.
Frieda e Lawrence si sistemarono inizialmente presso la dependance dell’hotel, Villa Maria, poiché l’Hotel Miramare era al completo. Frieda alla notizia di non poter soggiornare presso l’hotel reagì con impeto – come spesso le accadeva – ma Lawrence, più mite, scrisse a un amico: “È un amabile giorno di sole, c’è un mare turchino, e sotto i raggi del sole ce ne importa di tutto molto meno”.
Fu proprio grazie alle lettere di Rina Capellero al marito Martin Secker che lo scrittore aveva scelto Spotorno. “Vorrei che tu fossi qui – scriveva – per vedere questo sole e il mare: è meraviglioso. È così limpido che oggi puoi vedere la Corsica all’orizzonte.” Queste parole avevano catturato la fantasia di Lawrence, in cerca di un rifugio tranquillo dove curarsi dalla tubercolosi lontano dai clamori di località più mondane come Sanremo o Alassio.
A Spotorno il destino gli riservò un incontro decisivo: quello con il tenente dei bersaglieri Angelo Ravagli, un uomo affascinante e dall’eleganza naturale, sposato con una donna del luogo, Serafina Astengo. Proprio il giorno dell’arrivo di Lawrence e Frieda, Ravagli passò davanti al Miramare e assistette alla scena furiosa di Frieda alla notizia che avrebbero dormito a Villa Maria. Da quel momento le loro vite si intrecciarono, trasformando la quotidianità di Spotorno in materia narrativa per un capolavoro del Novecento.
Grazie all’aiuto di Rina, i Lawrence si trasferirono a Villa Bernarda, una costruzione immersa nel verde, che lo scrittore descrisse come “un piccolo vascello rosso a tre ponti, che pare scivolare su un mare di vegetazione, dominato dalle rovine del castello contro i Saraceni”. La villa apparteneva proprio alla moglie di Ravagli, e lì l’intreccio si fece più fitto: l’affascinante tenente divenne l’amante di Frieda e inconsapevolmente l’alter ego di Lawrence, al centro di un ménage a trois. Mentre Frieda viveva la sua passione, lo scrittore trasformava la gelosia e la forza della passione vissuta dalla moglie in arte. In una celebre lettera all’amico Henry Miller scrisse: “la mia malattia mi ha reso impotente anche come scrittore? Prego Dio, qualunque dio, che non sia così. In questo momento loro due, lo so, si stanno amando in fondo a quel corridoio buio della villa… ho aperto tutti i rubinetti del gas…fisso i rubinetti del gas aperti, facendo forza su di me per non chiuderli, mentre mi eccito con mille fantasie infuocate su loro due, e la mia fantasia torna ad essere superba. Ingigantisce, dentro il mio sangue, ogni possibile atto, ogni frase e parola a cui quei due corpi nudi stanno dando vita, a così poca distanza da me… e quei due corpi diventano il mio corpo, è dentro il mio corpo, non in quella camera, che si stanno amando”. Parole accese, quasi febbrili, che raccontano come il turbamento per quell’amore lo avesse riportato alla scrittura, dandogli nuova linfa creativa da cui generò il libro più scandaloso di sempre “L’amante di Lady Chatterley”.
I luoghi che raccontano questa storia nella storia sono molti in paese come l’Hotel Ligure, dove soggiornarono le figlie di Frieda, Barbara ed Elsa, e il bar Excelsior, elegante locale dove Lawrence amava venire a veder ballare bevendo vermut e osservando Ravagli, sempre circondato da donne.
Lawrence partecipava con gioia alla vita del paese come quando si unì ai festeggiamenti per la festa di Santa Caterina e lo scrittore, colpito dalla serenità di quella notte ligure, la paragonò con dolce nostalgia al suo ranch nel New Mexico.
Da Spotorno, i Lawrence ripartirono nella primavera del 1926, diretti in Toscana, dove scriverà “L’amante di Lady Chatterley”. E proprio come nel romanzo, dopo la sua morte, Frieda sposò il “suo” guardiacaccia (Angelo Ravagli) e con lui si trasferì oltreoceano.
Sarà Ravagli ad occuparsi del trasferimento delle ceneri dello scrittore da Vence, in Provenza, a Taos, nel New Mexico.
Il romanzo venne pubblicato per la prima volta a Firenze nel 1928, con in copertina una fenice che si alza dalle fiamme, disegnata dallo stesso autore. L’opera fu bandita per oscenità e ne furono stampate poche copie. Solo nel 1960, dopo un celebre processo a Londra, fu finalmente assolto dall’accusa di immoralità, diventando il simbolo della libertà di espressione e della fine del moralismo vittoriano.
Molti anni dopo, il fascino di questa vicenda riemerse grazie allo scrittore Alberto Bevilacqua, che nel suo libro “Attraverso il tuo corpo” tornò a Spotorno per indagare la vera storia dietro il romanzo “L’amante di Lady Chatterley”. Bevilacqua soggiornò a Villa Bernarda, nella stessa stanza che era stata di Lawrence, e intervistò Angelo Ravagli ormai anziano. Dalle sue parole cercò di scoprire chi fosse veramente “l’amante” del celebre romanzo — l’uomo reale che aveva acceso la fantasia di D.H. Lawrence e che a Spotorno aveva intrecciato il proprio destino con quello della letteratura.
Oggi, passeggiando tra il mare e le strade del borgo, sembra ancora di percepire l’eco di quella straordinaria storia d’amore e di scrittura, nata qui, tra il sole, il mare e la luce del nostro bel paese di Spotorno.
A cura delle Guide del Golfo